Facciamo il punto sulla rete XLX DSTAR Italia

Premesso che l’associazione nella quale ricopro il ruolo di VicePresidente, 773 Radio Group, ha in seno 2 XLX Reflector e 1 XRF Refletor, da me gestiti e Messi a disposizione della comunità radioamatoriale che rispettivamente servono a:

XLX773 xlx773.iz0rin.it (Modulo A – Traffico Internazionale, Modulo B –  Link Nazionale DStar, Modulo C traffico locale+echolink, etc.)

XLX706 xlx706.iz0rin.it (ZONA 0 – TEST)

XRF014 xrf014.iz0rin.it/xrf (Ponte fra XLX068 e XRF068 rete ircddb Italia)

Che il nostro gruppo ha due ponti ripetitori DSTAR uno situato sul Monte Trevi di Sezze (IZ0RIM B) e uno a Pomezia (IZ0RIN B) con ampia e vasta copertura di Latina, Litorale Laziale e Roma Sud/Centro.

Che la nosta associazione aderisce al progetto XLX DSTAR ITALIA, si rende noto che:

Già da alcuni mesi la sperimentazione di un modulo unico e condiviso per il flusso dati digitale D-Star “nazionale” è con successo operativa. Ricordiamo che i Server XLX (concentratori delle connessioni dei vari ponti ripetitori e hotspot digitali) sono tra loro interconnessi e riservano alcuni moduli (ne hanno 26 in totale) per funzionalità di QSO specifiche. Nel particolare è stato accettato da tutti i partecipanti al “net italiano D-Star” che il modulo A sui sistemi XLX è riservato al traffico internazionale; questo significa che collegando il proprio ripetitore di zona (o hotspot) a tale modulo è possibile fare QSO con colleghi di altre nazioni. Diversamente il modulo B è riservato ad una sorta di “link nazionale” D-Star per dare la possibilità a tutti di parlare con l’intera penisola. E’ un fattore molto importante perché abbatte tante barriere che in questi anni si erano venute a creare, con la nascita di tanti “piccoli orticelli”, spesso mal gestiti, che non permettevano possibilità di collegamenti a lunga distanza.

Ora, grazie allo sforzo di tanti gestori (sysop) che tengono aggiornati server con connettività dedicate e prestazioni di rilievo, abbiamo una rete “unificata” che copre quasi tutto il territorio italiano. Per questo motivo parlare sul modulo B significa essere a conoscenza che ci sono centinaia di stazioni e ponti ripetitori collegati, e particolare attenzione va riservata nel lasciare spazio sufficiente (tempo di attesa di alcuni secondi) prima di schiacciare il PTT e “prendere la parola” in un QSO (anche chiaramente nello svolgimento dello stesso, ricordandoci di indicare sempre a chi si da il “cambio” attraverso il relativo nominativo). Dobbiamo sempre assicurarci che possa entrare nel discorso un nuovo collega e allo stesso tempo dare la possibilità a tutti i sistemi digitali di “allinearsi” (molti usano connettività wireless/3G/4G con tempi di risposta non proprio immediati, o linee dati portate in alture che non sono performanti al 100%). Anche attivare stazioni non presidiate che inviano di continuo “beacon” di aggiornamento delle coordinate GPS non è una buona regola di utilizzo, ci sono tantissimi articoli che spiegano come eseguire le giuste impostazioni per non creare disturbo, oppure chiedere ai colleghi presenti in radio, c’è sempre qualcuno disponibile ad aiutare. Alla fine sono semplici regole e consigli che aiutano nella gestione dell’intera rete digitale. Il terzo modulo, detto modulo C, è ad uso regionale. Questo vuol dire che se contatto un collega, magari di zona, sul modulo B posso dirgli di spostarsi sul C per continuare il QSO locale e non “monopolizzare” l’intera tratta nazionale. Spostarsi sul modulo C significa impartire il comando al proprio ripetitore in uso di cambiare modulo (fattibile anche via DTMF oltre che campo UR della programmazione del proprio RTX – sul sito degli amici del gruppo dstar firenze sono presenti articoli che spiegano come fare). Se tale sistema non accettasse questi comandi (alcuni sysop di ponti ripetitori ancora non capiscono l’importanza di lasciare totalmente libero un sistema) è comunque possibile usare le STARNET (vedi sempre su questo sito). Insomma, avvicinarsi ed usare un sistema digitale radioamatoriale implica anche un po’ di studio e la conoscenza del proprio ricetrasmettitore; non vogliamo essere solo chiamati “pigia-bottoni” o assimilati a Skype vero? Gli altri moduli sono per sperimentazioni locali o per l’interconnessione con altri sistemi digitali radioamatoriali (viene utilizzato XLX177 quale sistema bridge). Ricordiamo che, ad esempio, il modulo F è collegato (sugli XLX che lo prevedono) con il sistema/rete Fusion della Yaesu, raggiungibile anche lato DMR con l’utilizzo del TG 2229192, mentre il modulo D con il TG 2225 DMR Regione Toscana. Questi moduli non sono comunque “obbligatoriamente condivisi” (a differenza del B) e per maggiori informazioni consiglio di contattare il sysop del proprio XLX di riferimento (per il 773,706 e 014 alex IZ0RIN).

Un’altra cosa importante da sottolineare è che non ci sono limitazioni nell’usare (connettere) un XLX rispetto ad un altro, ma sarebbe opportuno che ogni sistema (ripetitore e hotspot) collegasse il server XLX della propria regione o zona di gestione, per creare una più capillare distribuzione dei sistemi connessi alla net italiana. Probabilmente il prossimo passo nella configurazione dei sistemi XLX sarà quello di creare uno o due server per regione, e permettere la connessione agli stessi solo ai sistemi della propria zona, con una nuova distribuzione numerica e di più facile comprensione per l’utilizzatore (es. il numero 7 sarà indice della Regione 7 italiana, e probabilmente XLX077 diventerà XLXn5n ovvero riporterà obbligatoriamente la cifra 5 indice della Toscana, regione nella quale il reflector agisce (si parla della gestione dello stesso a cura del sysop). Vediamo nel dettaglio alcune immagini che meglio spiegano alcune funzionalità e possibilità operative.

Dashboard di un reflector XLX (nello specifico, a titolo di esempio, XLX773)

xrf773dash1

Si vede bene il traffico dei colleghi che stanno utilizzando tali sistemi, i ripetitori o XLX dai quali stanno transitando (colonna VIA/PEER) e la data del passaggio. Sulla destra vi è la tabella dei moduli che visualizza i sistemi connessi e la destinazione d’uso di ogni modulo (in questo caso è specifico per il reflector 773). Il modulo B raccoglie appunto il traffico del link nazionale digitale D-Star. Vediamo successivamente la tabella degli XLX tra loro interconnessi (bottone PEERS in alto). La prima colonna mostra il nome del reflector XLX, l’ultima il modulo condiviso. Questo significa che, ad esempio, XLX077 (Zona5) oppure XLX068 (Zona6) hanno con XLX773 il modulo B condiviso e il mio ponte ripetitore posso in egual modo connetterlo a qualsiasi di questi reflector ottenendo lo stesso risultato di transitare sul link nazionale. Sarebbe quindi buona norma, se risiedo in zona 0, utilizzare uno dei reflector più vicini, per meglio distribuire il flusso dati e “armonizzare” il sistema, in virtù di prossimi cambiamenti.

reflector-grupporadiofirenze-2

I server XLX sono sistemi dinamici, ci sono continui cambiamenti in atto e aggiunte e dismissioni, per tale motivo è consigliabile controllare periodicamente la lista dei server attivi e, per quanto riguarda la situazione italiana, provvedere ad aggiornare i file del proprio ponte ripetitore e/o hotspot (es. DExtra_Hosts.txt) con i nuovi record DNS o IP per non rischiare di vanificare la connessione alla rete. Una lista dei sistemi XLX operativi è visionabile premendo il bottone REFLECTOR LIST sulla dashboard:

reflector-grupporadiofirenze-3

Premendo sul nome del reflector si entra nella dashboard di tale sistema, facilmente capibile la zona di influenza. Ad oggi, ottobre 2016, questi sono i record DNS e IP dei reflector connessi alla net italiana (oltre XLX077 che ha DNS xrf077.duckdns.org e XLX706 che ha dns xlx706.iz0rin.it):

reflector-grupporadiofirenze-4

Rileviamo inoltre che, a volte, alcuni colleghi non si ascoltano tra di se. Il motivo è dovuto al fatto che uno dei partecipanti al QSO non ha effettuato la registrazione alla rete D-Star, obbligatoria come è tale la richiesta di ID alla rete DMR. Purtroppo nel passato molti sistemi non tenevano conto di questa registrazione e magari il traffico era molto “localizzato”, ma ora, da quando il link è armonizzato, certe “leggerezze” vengono fuori e si traducono in malfunzionamenti. Per effettuare la registrazione, totalmente automatica, collegarsi al REF068 come da immagine seguente, (o anche da questo link):

reflector-grupporadiofirenze-5

Alcuni vecchi sistemi, in via di “dismissione” (es. XRF003 o REF068), sono collegati alla net XLX attraverso degli artifici. Ad esempio XRF003 A (vecchia configurazione) è connesso “come ponte ripetitore” attualmente al reflector XLX911 B e su di esso riversa il suo flusso dati, mentre il reflector 068 A (vecchio esempio di sistema ICOM) si ricongiunge con la rete XLX attraverso il server XRF014 (del 773RadioGroup) che è collegato da una parte al REF068 mentra dall’altra a XLX068 modulo B. Questo per informazione, all’utilizzatore finale della rete D-Star poco importa; deve essere però chiaro che si sta assistendo ad un importante processo di trasformazione, alla ricerca di una ottimizzazione dei sistemi anche attraverso strumenti di verifica (vedi la DIM del GRUPPO RADIO FIRENZE) alla quale consigliamo ai tanti gestori di ponti e hotspot di aderire e ad una sempre più facile divulgazione delle informazioni e semplificazione della rete affinché il protocollo D-Star sia al meglio utilizzabile.

73 de Alex IZ0RIN

Fonte: Gruppo Dstar Firenze articolo di DAVID ik5xmk

4 commenti su “Facciamo il punto sulla rete XLX DSTAR Italia”

  1. Ottimo articolo, concordo pienamente.
    Il Radioamatore nasce sperimentatore, vedo quindi un fatto naturale quello di avvicinarsi alle nuove tecnologie, cercare di migliorarle, proporne nuovi utilizzi, testarle sul campo.
    L’importante però, secondo me, rimane il fatto che dobbiamo riconoscere il fatto che più una tecnologia è complessa e articolata e più si possono avere degli intoppi, dei bug, dei rallentamenti, cosa che in determinati scenari di emergenza Non ci si può certo permettere di avere.
    Per questo credo fortemente che bisogna far spazio si alle nuove tecnologie, aprendo la mente alla ricerca continua di nuovi modi più potenti e ottimizzati come il DMR e il DStar, ma bisogna tenerci ben saldi e fermi anche gli attuali ripetitori Analogici, cardine fondamentale su cui fare affidamento nel caso in cui saltasse tutto il sistema di server sulla quale si basano tutti questi sistemi digitali, cosa difficile ok ma non impossibile, visto che come tecnico conosco le molteplici problematiche che possono svilupparsi. In definitiva, nuovi sistemi digitali certamente si, a patto di mantenere ben saldi i semplici ma sempre funzionanti ripetitori analogici, si potrebbero lasciare attivi anche solamente per emergenza massima, in un ipotetico e catastrofico scenario in cui tutti i sistemi digitali andassero fuori uso, entrerebbero in gioco i classici e più semplici ripetitori analogici, quindi ripeto, Non vanno rimossi, non possiamo correre questo rischio.
    Altro lato molto positivo del DMR è il fatto che per accedere a tale sistema è necessaria , a quanto ho visto, una registrazione in apposito elenco che autorizza il singolo nominativo dell’operatore radio, identificato dal server che permetterà il transito per i QSO, bene! in questo modo potremmo dire finalmente Bye Bye ai malati di mente sempre pronti a disturbare, anche nei momenti di emergenza, cosa che è addirittura da denuncia penale, visto che stanno disturbando , cercando di interrompere comunicazioni di un servizio pubblico, il servizio di radioamatore appunto, il fatto di non dover più avere a che fare con tali individui già di per se è un ottimo motivo per iniziare la sperimentazione acquistando un portatile DMR o DStar.

    Saluti

    1. Le cose non stanno esattamente così, ma concordo sul fatto che l’analogico deve essere sempre mantenuto in vita!
      La prossima volta potresti firmarti con il tuo nominativo?
      grazie 73 de iz0rin

  2. Ciao,
    è un buon articolo, ma dovresti aggiornare i link ai vari reflector in quanto alcuni di essi vanno in errore 404, pagina non trovata o peggio “Error 0004. Unable to load the image”.
    Comunque sia l’articolo è interessante e insegna ad avvicinarsi a questo nuovo mondo della radio.
    ’73 de Paolo IV3VK – K1BVK

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